Mille persone in piazza per la sicurezza sul lavoro. "Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro" è stata la parola d'ordine della manifestazione che si è svolta il 20 luglio in Piazza dei Signori, a Vicenza, con l'obiettivo di sostenere la Piattaforma nazionale e la vertenza regionale su Salute e Sicurezza. Presente anche la Uil Pensionati, che ha aderito presenziando con un gruppo di rappresentanti.
“Negli ultimi 10 anni – ha dichiarato il segretario generale Roberto Toigo concludendo la manifestazione – il Veneto ha pianto 682 vittime sul lavoro. 682 lutti in altrettante fabbriche. Si tratta di 682 famiglie coinvolte. Si tratta di 682 tra mariti, mogli, figli, genitori, che alla sera non hanno visto rientrare a casa un loro strettissimo parente che la mattina era andato al lavoro.
Registriamo l’ansia di recuperare, di guadagnare, di rifarsi dopo mesi in cui il lavoro è stato fermato dalla pandemia e dal lock-down. E’ passato un anno, abbiamo preso le misure al coronavirus (anche se i numeri sono in risalita), ci stiamo vaccinando, arrivano i fondi del PNRR. E cosa facciamo? Lavoriamo giorno e notte per recuperare, in barba a tutte le norme di sicurezza, sia quelle abituali che quelle legate al contrasto dei contagi? No, non possiamo. Non possiamo pensare di riportare il nostro sistema produttivo ai livelli pre-covid in una manciata di settimane. Ci vogliono attenzione, pazienza, serietà. E non si può transigere sulla sicurezza. Certe procedure ei prevenzione, lo sappiamo tutti, rallentano un po’ le produzioni. I dispositivi di protezione costano. Ma tutto questo vale più di una vita? Tutto questo vale di più delle 682 vite che sono state spezzate in questi 10 anni? La sicurezza non è un costo: lo è la morte di una persona. È un costo umano, sociale, individuale e collettivo.
La sicurezza è un investimento. I sindacati, attraverso i propri delegati, con gli RLS e gli RLST, lo fa quotidianamente. Lo devono fare le aziende, le associazioni datoriali. E le istituzioni devono fornire gli strumenti perché la sicurezza diventi un valore culturale. Noi pensiamo che la cultura della prevenzione, la cultura della sicurezza, possa entrare a far parte dei programmi scolastici. È una strada lunga e difficile, ma dobbiamo percorrerla assieme. Lo dobbiamo fare in memoria delle 682 persone morte in Veneto negli ultimi 10 anni, lo dobbiamo fare perché questo tragico conteggio arrivi a zero”.
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