Alessandra Moretti, Consigliere regionale del Partito Democratico: “Un Fondo regionale per l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne vittime di violenza domestica”
“Dobbiamo aiutare concretamente le donne a liberarsi da partner violenti. E avere un reddito è un primo passo, una forma importante di emancipazione sociale e acquisizione di autonomia. Da qui la nostra proposta di legge, di cui sono prima firmataria, illustrata e discussa insieme ad alcune associazioni, con cui ci rivedremo a ottobre in vista delle audizioni in Quinta commissione”. Giornata di incontri per la consigliera del Partito Democratico Alessandra Moretti che ieri a Palazzo Ferro Fini si è confrontata con rappresentanti di Università e Centro Veneto Progetti Donna di Padova, Donna chiama donna di Vicenza, Uilp e Uil regionali, Movimento donne e imprenditori di Confartigianato Vicenza e dell’Ufficio della consigliera regionale di parità sul Progetto di legge per istituire il reddito di libertà in favore delle vittime di violenza domestica.
“La maggior parte degli episodi avviene in ambito familiare ed è il motivo per cui troppo spesso non vengono denunciati. Non avere le risorse per mantenere se stesse e i propri figli può rappresentare per molte un ostacolo oggettivo. Vogliamo istituire un Fondo regionale per garantire alle vittime di violenza, che è anche economica, un sostegno per un periodo da uno a tre anni. Nell’incontro di ieri ci sono state numerose osservazioni e apporti positivi. Una delle idee è quella di coinvolgere le categorie economiche e le loro associazioni, mettendo in rete le informazioni sulle opportunità lavorative, creare sorta di banca dati, in modo da agganciare concretamente il reddito di libertà a un percorso formativo e di inserimento lavorativo. Dopo la pausa estiva ci ritroveremo con le associazioni in vista delle audizioni e coinvolgeremo l’assessore al Sociale Lanzarin per avere il massimo supporto, affinché questa legge possa avere un sostegno concreto e trasversale, come accaduto in Sardegna dove è stata appena approvata. È una battaglia di civiltà che riguarda tutti”.
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